Tutta la fiction europea sull’orlo di una crisi nervi

di Jonathan Davis

Fin dagli anni ‘80, quando iniziarono a farsi analisi quantitative delle origini e dell’audience delle fiction televisive (per esempio, con l’indagine sulla popolarità internazionale di Dallas), si è sempre posta la questione del perché la fiction televisiva europea non fosse più in grado di oltrepassare i suoi confini. Forse a causa della sua inferiorità rispetto alla fiction statunitense? O perché la fiction nazionale generava appeal in particolare su un pubblico nazionale? Quando la Rai commissionò la versione italiana di Neighbours di Grundy, sembrò seguire e orme del servizio televisivo pubblico olandese, che aveva commissionato una versione nazionale di Eastenders della Bbc,una soap-opera che, all’epoca andava in onda tre volte a settimana per 30 minuti.

La Rai stava anche mettendo in pratica le lezioni tratte da Zdf, la tv pubblica tedesca che aveva cercato – senza  successo – di creare una soap-opera europea, Black Forest Clinic, adatta ad essere esportata. Ovviamente, le televisioni pubbliche europee facevano finta di ignorare il fatto che venissero prodotte centinaia di ore di fiction americana per ogni ora esportata e che, per ogni ora di fiction americana disponibile nei mercati internazionali, ce n’erano centinaia confinate nel mercato domestico in spazi “tombali” sia in palinsesti diurni che nelle ore notturne di programmazione, tra la mezzanotte e le sei del mattino, quando le griglie, realizzate in seguito alla decisione di essere in onda 24 ore su 24, dovevano essere riempite con programmi molto economici (o gratuiti e trasmessi solo perché parte di pacchetti imposti dai produttori).

A trent’anni di distanza, il mondo è cambiato in molti modi: nessun programma o canale televisivo raggiunge ascolti tali da potersi ragionevolmente considerare come collante della società; e la fiction, in particolare, ha cessato di essere il portabandiera della cultura televisiva, ruolo assunto dal “reality” (programmi come Big Brother o le varie versioni nazionali di Pop Idol).

Più di 20 anni fa, si è già dovuto spiegare al governo francese che non c’era un solo programma francese trasmesso sulla televisione britannica. Si è dovuto periodicamente spiegare ai “policy-maker” italiani che in nessun mercato straniero c’è domanda di programmi italiani. Semmai, tale domanda viene soddisfatta con re-make di produzioni italiane, come è successo con La Piovra, che nel Regno Unito venne adattata da Channel 4 con la serie Traffic, che, a sua volta, diede origine ad un film hollywoodiano di successo.

Quindi, la questione da porre, una volta messi in atto gli strumenti a supporto dell’analisi dei mercati internazionali, è se si stanno allestendo politiche che hanno a che fare con la realtà – passata, presente o futura – o se stiamo assecondando fantasie politiche che hanno afflitto allo stesso modo una generazione di “policy-maker” e televisioni europee, e tutto ciò che dobbiamo fare è capire un mercato che deve ancora esistere.