di Giacomo Mazzone
Anche nell’ambito radiotelevisivo, non esiste una regola europea che accomuni tutte le tv e tutti i 27 paesi. L’unico zoccolo comune di regole è quello relativo alla riserva del 10 % del tempo di trasmissione (o del 10 % del bilancio destinato alla programmazione) ai produttori indipendenti, che si trova nella direttiva “Servizi Media Audiovisivi”. Ognuno si è dato delle regole diverse, ma, analizzando alcuni parametri costanti, è possibile farsi un’idea delle differenze esistenti da Paese a Paese.
FRANCIA Le televisioni francesi si limitano al pre-acquisto, mentre il produttore è, di fatto, il promotore del progetto e titolare di tutti i diritti dell’opera, inclusi quelli dvd e multimedia. Di solito sono ceduti alle tv i diritti per 3multidiffusioni. L’apporto dell’emittente di norma non supera l’80% del budget ed i produttori indipendenti possono accedere in pre-produzione ai fondi pubblici del Cnc, anche per progetti di fiction televisiva, nonché al credito d’imposta. Tuttavia, il mercato dei diritti secondari è poco sviluppato, visto che le tv del dtt e del satellite appartengono agli stessi gruppi della tv generalista ed i ricavi da nuove piattaforme e vod sono ad oggi molto scarsi.
GERMANIA In Germania, quasi tutte le emittenti tv dispongono di filiali di produzione e ciò ha consentito, finora, che il rapporto di forze stia dal lato delle tv. I produttori indipendenti, sebbene siano considerati fra i meglio pagati d’Europa di fatto, sono spesso dei produttori esecutivi. Perciò le tv pagano, di norma, il 100% dei costi di produzione, più un “producer’s fee” del 10%, e fino al 2008 erano detentrici di tutti i diritti, ma ora si è entrati in una fase di negoziato tv-produttori. Anche in Germania, nonostante il grande numero di canali disponibili, il mercato dei diritti secondari non rappresenta una valida alternativa di finanziamento per la fiction.
REGNO UNITO Nel Regno Unito, gli obblighi nazionali di ricorrere ai servizi dei produttori indipendenti sono (caso unico in Europa) addirittura più alti di quelli predisposti dalla normativa europea. Bbc si è autoimposta una quota del 25%, più elevata ancora di quella dei privati. Tutte le tv nazionali, pubbliche e private hanno ormai da tempo trasformato la propria organizzazione, adottando il sistema dei “commissionino editors”. Un accordo collettivo, firmato con le maggiori associazioni dei produttori britannici (Pact è quella più autorevole e riconosciuta), stabilisce un quadro negoziale ben determinato, in cui sono noti i prezzi, i diritti ceduti e perfino le tranche di pagamento.
SPAGNA In Spagna, i rapporti fra produttori di fiction e le televisioni sono regolati per legge. La recente legge sul cinema ha confermato la disposizione secondo cui le tv sono solo utilizzatrici temporanee, possono cioè comprare solo il diritto di passaggio per un periodo limitato di tempo, alla fine del quale i diritti ritornano in possesso dei produttori. Durata, importo del contributo della tv, tipo di diritti ceduti sono oggetto di negoziato. Il mercato nazionale dei secondi diritti, però, è ancora assai ridotto. La recente acquisizione da parte di Telecinco del gruppo Quarta ha ulteriormente contribuito a concentrare il fronte della domanda.