di Marco Mele
La storica separazione tra broadcaster e produttori, che ha caratterizzato una lunga stagione di rapporti alterni, e spesso conflittuali, è un ricordo del passato. Non è ancora stata compiuta un’analisi approfondita della svolta strategica compiuta da Mediaset. Una tripla svolta, per la verità. La prima è quella di essere ormai un editore multipiattaforma integrato, gestendo anche le piattaforme trasmissive (terrestre, Tivù Sat) e acquistando i diritti per tutte le piattaforme, magari per poi rivenderli. Editore e venditore: a Telecom Italia come a Sky, in questi anni. La seconda svolta è la più nota: l’editore multipiattaforma offre contenuti free e a pagamento, sia sotto forma di pay tv ad abbonamento mensile sia sotto forma di pay-per-view. Una volta, a chi arrivava a Mediaset per chiedere di entrare nel gruppo, veniva chiesto: Mediaset cosa vende? Passava allo step successivo solo chi, ovviamente, rispondeva: “pubblico”. Oggi non è più così: l’offerta pay vende contenuti agli abbonati, la cui soddisfazione è decisiva per rinnovare l’abbonamento.
La pubblicità è una fonte di introito secondaria. La terza svolta è la meno indagata e discussa: il broadcaster commerciale, che vendeva pubblico agli inserzionisti, l’editore che basava la sua politica editoriale e commerciale sulla funzione cruciale del palinsesto come produttore di audience e quindi di risorsa pubblicitaria, ora diventa produttore di contenuti e di format integrando al suo interno società che realizzano format e programmi. L’ingresso in Endemol al 33%, ma quale unico socio industriale e non finanziario; l’acquisizione di un produttore di fiction come Tao Due e la sua fusione con Medusa, rilevata dall’azionista Fininvest; l’acquisizione di Media Vivere e di Fascino, fanno di Mediaset un editore integrato verticalmente a 360 gradi, dalla proprietà della rete di trasmissione alla realizzazione e alla commercializzazione del prodotto finale. L’ultimo passo potrebbe essere il lancio della Web Tv o, non necessariamente in alternativa, di una offerta proprietaria. Mediaset è un’azienda in grado anche di vendere i propri contenuti ad altri soggetti o di lavorare per il concorrente (come Endemol fa per Rai). Da sottolineare come l’integrazione riguardi sia l’intrattenimento sia la fiction.
Questa integrazione ha diverse spiegazioni, non ultima delle quali quella di avere un maggiore controllo sul prodotto e sui contenuti, a partire dalla loro ideazione e un maggior sfruttamento dei suoi ricavi commerciali. Questa metamorfosi imprenditoriale provoca diversi effetti per i fornitori, in particolare per quelli indipendenti, che, soprattutto in tempi di “tagli” ai budget della fiction (rilevanti nel 2009, per Rai come per Mediaset), si vedono ridotti gli spazi sul mercato alla sola Rai.