(ADNKRONOS) CINEMA: NASCE IL NUOVO OSSERVATORIO INTERNAZIONALE DELL’AUDIOVISIVO
Un laboratorio di analisi e ricerca dei mercati del cinema, della televisione, dell’audiovisivo: e’ il nuovo osservatorio internazionale “Roberto Rossellini”, promosso dalla Fondazione Rossellini per l’Audiovisivo in partnership con IsICult (Istituto italiano per l’industria culturale) e l’universita’ Luiss. “Vogliamo internazionalizzare il prodotto audiovisivo italiano”, spiega Francesco Gesualdi, Presidente della Fondazione, e Alfredo Saitto, Responsabile della comunicazione, aggiunge: “Vuole essere uno strumento utile, propositivo e in grado di comunicare”.
L’Osservatorio sara’ uno strumento di lavoro al servizio di un’industria dell’audiovisivo che fatica ad uscire dai confini nazionali, e mettera’ in atto le strategie per rendere globale il “made in Italy” del settore. L’industria televisiva italiana produce ad oggi solo 20 milioni di euro l’anno a fronte dei 110 della Francia e dei 589 milioni del Regno Unito: “L’obiettivo e’ ambizioso – dice Angelo Zaccone Teodosi, alla Direzione Tecnica dell’Osservatorio – Fornendo dati e analisi, potrebbe diventare una sorta di punto di riferimento per gli operatori del settore”. E Paolo Boccardelli, alla direzione Scientifica, continua: “Vogliamo contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’industria dell’audiovisivo. Purtroppo la nostra quota di mercato all’estero e’ molto modesta sia a livello cinematografico che a livello televisivo. Basti pensare al grande vanto della Rai per aver esportato ‘Il commissario Montalbano’ quando poi e’ stata tra le fiction europee che ha avuto l’audience piu’ basso nella televisione britannica o al film Gomorra che rappresenta un’eccezione nel panorama italiano”.
Eliminare le carenze strutturali della nostra industria audiovisiva, questo l’obiettivo. Come? Attraverso un rapporto annuale, un summit internazionale, una newsletter mensile. Ma grazie anche allo studio di strategie di marketing, come per esempio il tracking data con l’obiettivo di allargare il pubblico e di confonderlo per cui ogni spettatore va a vedere lo stesso film per motivi diversi: “E’ stata la grande lezione del cinema neorealista – dice il regista Carlo Lizzani -. Di che genere e’ infatti un film come Roma citta’ aperta? L’Osservatorio dovrebbe curare anche la memoria perche’ non c’e’ presente senza memoria”.