L’Osservatorio Internazionale Audiovisivo e Multimedialità.“Focus” del progetto.
Un servizio tecnico d’avanguardia della Fondazione Rossellini per l’Audiovisivo per la comunità degli operatori del settore
(estratto dal progetto sottoposto da IsICult e Luiss alla Fondazione Roberto Rossellini per l’Audiovisivo, documento del 14 ottobre 2009)
Il presente documento si inserisce all’interno di una prospettiva generale di contributo tecnico alla razionalizzazione ed ottimizzazione dell’intervento pubblico regionale nel settore culturale, con particolare attenzione all’audiovisivo. In effetti, le attività dell’“audiovisivo” sono il settore al quale la Regione Lazio ha assegnato maggiore priorità di strategia di politica culturale ed anche la parte più consistente delle risorse, all’interno del “budget cultura”. Quindi, ottimizzare l’intervento regionale in questo settore significa fornire stimoli di razionalizzazione per l’intero sistema culturale.
Si tratta infatti di un settore in cui è necessario raggiungere un importante equilibrio fra creatività e management fra l’aspetto culturale e artistico, nonché quello commerciale del prodotto.
In base agli ultimi dati, il Lazio è una delle regioni italiane culturalmente più ricche del nostro Paese: basti osservare che, a fronte di una popolazione corrispondente al 9 % dell’intera Italia, mostra indicatori di consumo impressionanti, dal 30 % del totale nazionale di visitatori di musei, monumenti, aree archeologiche statali al 30 % del totale nazionale di fruizione di concerti jazz, dal 15 % di consumo di cinema al 16 % del consumo nazionale di teatro… Senza dimenticare la componente fortemente culturale di una delle maggiori ricchezze regionali, qual è il turismo.
Per quanto riguarda l’economia dell’audiovisivo, si stima che operi nel Lazio un 75 % del totale nazionale delle imprese. Il fatturato delle imprese dell’audiovisivo – a livello nazionale – viene stimato intorno ai 700 milioni di euro. Secondo le ultime elaborazioni disponibili, sono attive sul territorio laziale 436 aziende nel settore dell’audiovisivo con un numero di 137 attive soltanto nella produzione di fiction. Se, da una parte, quindi, il territorio offre una formidabile propensione alla cultura nella sua più ampia accezione, è pur vero che la Regione “soffre”, naturalmente, dell’inevitabile ruolo “accentratore” della Capitale. Da qui nasce, quindi, l’idea di sviluppare questa attività di ricerca che ha l’obiettivo di studiare più da vicino il sistema culturale regionale, nelle sue “diramazioni” territoriali, analizzandolo a livello di offerta e di consumo, di produzione e di domanda, anche per identificare le aree di criticità sulle quali appare più opportuno intervenire. A fronte, infatti, di questa frammentazione del patrimonio culturale, è necessario che si abbia un osservatorio che, mappando attentamente i trend culturali, sappia anche fornire risposte alle problematiche a tutti coloro che ruotano attorno a questo settore. Soltanto in questo modo, sarà possibile ottenere il massimo dello sfruttamento e della valorizzazione del settore. Le “parole-chiave” del progetto sono: analizzare, prevedere, stimare, misurare, valutare, consuntivare. I concetti ispiratori sono: efficienza della spesa, efficacia dell’intervento pubblico.
Previsioni ex-ante, verifiche ex-post. La “mano pubblica” nella cultura deve – infatti – caratterizzarsi non per la mera difesa dell’esistente, per la pur importante tutela delle tradizioni e delle istituzioni, ma anche per un intervento propulsivo e correttivo di asimmetrie territoriali. Obiettivi che possono essere perseguiti solo attraverso una preliminare conoscenza accurata del territorio: giustappunto una prima “mappatura”, condizione “sine qua non” per una politica culturale attiva ed innovativa. Sia a livello di modalità di fruizione dei cittadini, sia a livello di caratteristiche dell’offerta, sia a livello di analisi della “filiera” in tutte le sue fasi. A fronte del notevole impegno della Regione nel complesso sistema culturale del Lazio (oscillante intorno ai 100 milioni di euro l’anno, di cui circa una metà vengono destinati all’audiovisivo), appare quindi ormai necessario uno studio complessivo del sistema, attraverso una prima mappatura delle zone di “ricchezza” e di “povertà” culturale di un territorio estremamente eterogeneo, che affianca il grande centro propulsivo di iniziative della Capitale a pochi vivaci centri di medie dimensioni e a tanti piccoli e “tranquilli” centri minori.
Lo stato dell’arte delle conoscenze del sistema culturale della Regione Lazio è ancora critico, anche per quanto riguarda il settore audiovisivo: le azioni qui prospettate mirano a dotare l’Amministrazione regionale – ma anche gli operatori pubblici e privati dell’intero sistema culturale – di una strumentazione cognitiva adeguata e moderna, per superare definitivamente la politica degli interventi “a pioggia”. Si prospetta quindi la realizzazione di un “dossier”, una sorta di “libro bianco”, da discutere in un convegno di respiro nazionale, all’interno delle attività di una struttura permanente, il cui “benchmark” può essere costituito dall’Osservatorio Culturale del Piemonte – Ocp (efficace iniziativa sinergica tra pubblico e privato), sebbene l’iniziativa vada estesa ad una serie di settori che l’Ocp non considera (tlc, tv, new media, aiuti alle imprese, ecc.).
L’attività dell’Osservatorio sarà ovviamente concentrata sull’audiovisivo e sulla multimedialità, all’interno – però – dello scenario complessivo della politica culturale.